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Screening mammografico

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Appunti

Screening mammografico

  • Lo screening mammografico rientra nelle attività di prevenzione secondaria
    • ovvero un iter mirato, attraverso le metodiche radiologiche:
      • alla identificazione della malattia tumorale in uno stadio molto precoce
      • ancor meglio rilevare le lesioni precancerose
        • in modo tale da ridurre il tasso di mortalità
          • aumentando la probabilità di guarigione dalla malattia
    • La prevenzione secondaria, in teoria, si colloca tra l’insorgenza di malattia e la manifestazione dei primi sintomi
  • In generale è bene sapere che i programmi di screening sono stati definiti a partire dagli anni Settanta e devono soddisfare DETERMINATI CRITERI:
    • la malattia deve essere un importante problema di salute
    • deve esistere un trattamento validato in grado di curare la malattia diagnosticata
    • devono essere riconoscibili uno stadio latente o primi sintomi della malattia
    • lo screening deve essere accettabile per la popolazione
      • in termini di rischio/beneficio
  • Lo SCREENING DEL TUMORE AL SENO
    • ha come metodica principe la mammografia
      • che deve essere eseguita, per ogni mammella, nelle proiezioni standard:
        • la proiezione cranio-caudale (CC)
        • la medio-laterale obliqua (MLO)
  • In Italia esistono due differenti approcci nello screening del tumore della mammella:
    • SCREENING ORGANIZZATO
      • per esempio il programma Prevenzione Serena
        • organizzato dalla Regione Piemonte
        • rivolto a cittadine residenti o domiciliate sul territorio regionale
        • diffuso su tutto il territorio regionale
        • gratuito
      • Lo screening organizzato è rivolto alle donne di età compresa fra i 50 e 69 anni le quali ricevono a casa una lettera d’invito di adesione al programma di screening accettando o meno di effettuare una mammografia periodica a cadenza biennale
      • Ad oggi i programmi di screening organizzato sono diffusi perlopiù in tutta la penisola con le dovute eccezioni
        • In alcune regioni italiane (Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Piemonte) il programma di screening viene offerto a due fasce aggiuntive
          • sia donne tra i 45- 49 anni
            • ingresso anticipato nel programma di screening su adesione spontanea
              • la fascia 45-49 anni effettua mammografia a cadenza annuale
          • che donne fra i 70- 74 anni
            • prolungamento dello screening su adesione spontanea
              • la fascia 70-74 anni mantiene la cadenza biennale
    • SCREENING SPONTANEO
      • donne sopra i 40 anni che decidono autonomamente di eseguire una mammografia
  • Percentuale di adesione delle donne ai programmi di screening a partire dalla fine degli anni Sessanta sino alla fine degli anni Settanta
    • Tra i vari studi va in particolare ricordato quello delle Due Contee (Svezia, 1970)
    • Grazie all’introduzione della mammografia per le donne sopra i 50 anni d’età è stato possibile ridurre la mortalità per il tumore alla mammella e migliorare pertanto la sopravvivenza

Indicatori di qualità

  • Il programma di screening è soggetto a CONTROLLI DI QUALITÀ
    • Le apparecchiature effettuano una revisione periodica
    • tutti gli operatori svolgono dei corsi di formazione specifica
      • per garantire un corretto funzionamento del servizio
  • Tutti i passaggi del programma di screening vengono valutati attraverso una serie di indicatori
  • Gli INDICATORI sono suddivisi in tre gruppi:
    • strutturali, logistico-organizzativi e funzionali
      • tempo che intercorre tra la data di effettuazione del test e la data di effettuazione dell’approfondimento
        • tempo accettabile è entro le tre settimane
          • si raggiunge tale intervallo con non poca difficoltà
      • tempo che intercorre tra il richiamo per approfondimenti e la sessione di approfondimento
        • non dovrebbe superare i cinque giorni lavorativi
          • così come fra la sessione di approfondimento ed il suo esito
    • del processo clinico-diagnostico
      • il TASSO DI APPROFONDIMENTO DIAGNOSTICO TOTALE (tasso di richiamo)
        • è accettabile se inferiore al 7% per il primo esame
        • oppure inferiore al 5% se esame successivo
      • il TASSO DI RICHIAMO PER MOTIVI TECNICI
        • accettabile se inferiore al 3%
        • ideale se inferiore all’1%
      • il RAPPORTO BIOPSIE BENIGNE/MALIGNE
        • accettabile se 1:1 per i primi esami
        • pari a 0,5:1 per i esami successivi
    • precoci di impatto
      • il TASSO DI CANCRO DI INTERVALLO
        • il cancro di intervallo è quello che insorge tra due round diagnostici
        • fa comprendere se la sensibilità dell’operatore è stata adeguatamente elevata
          • il rischio di non essere sensibili aumenta nelle mammelle radiologicamente dense
            • radiologicamente è nettamente più facile identificare una lesione in quadro meno denso
  • Anche nella classificazione ACR-BI-RADS viene citata la densità radiologica mammografica:
    • Il seno è quasi interamente ADIPOSO
    • Ci sono aree sparse di DENSITÀ FIBROGHIANDOLARE
    • I seni sono densi in modo ETEROGENEO
      • può oscurare piccoli noduli
    • I seni sono ESTREMAMENTE DENSI,
      • riduce di circa un terzo la sensibilità della mammografia (30%)
  • la densità radiologica mammaria
    • un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di un tumore alla mammella
      • per tale ragione sono nate nuove tecniche d’indagine rivolte alle pazienti con mammelle dense
        • per aumentare anche in questi casi la sensibilità diagnostica
  • L’obiettivo è quello di effettuare uno SCREENING PERSONALIZZATO
    • adeguando le varie metodiche caso per caso
      • implementando così l’imaging
    • attualmente allo screening mammografico di via Cavour c’è un progetto europeo
      • “MYPEPS” propone una personalizzazione dello screening
        • è un tentativo per vedere se esiste una categoria di pazienti che, per struttura mammaria o per rischio familiare, possano giovare di una metodica aggiuntiva oltre alla MX
          • Tra i vari strumenti che vengono suggeriti vi è anche la mammografia automatica

Diagnosi e sovradiagnosi

  • Le linee guida europee hanno proposto un allungamento degli intervalli di screening mammografico per fascia d’età
    • due anni per le donne di 45-49 anni
    • tre anni per le donne di 50-74 anni
  • in Inghilterra tutte le donne a partire dai 50 anni effettuano screening ogni tre anni
  • alcuni anni fa un importante studio canadese mise in discussione l’efficacia dello screening
    • asserendo che la riduzione della mortalità era legata allo sviluppo di nuove terapie mediche e non tanto alla sensibilità dell’imaging radiologico
    • questo perché nei programmi di screening si rischia di rilevare una serie di falsi positivi
    • da lì nacque un ampio dibattito in ambito scientifico che ad oggi non ha portato a delle conclusioni univoche
      • per tale motivo è ragionevole cercare di rilevare in ambito di screening tutti quei carcinomi indolenti
        • dove un’identificazione precoce apporta notevoli modifiche in termini prognostici come accade nei carcinomi in situ di basso grado
      • ad oggi è lecito affermare che i programmi di screening, in termini di rischio/beneficio, prevalgono sulla sovradiagnosi
  • Fra i vari studi in materia va ricordato lo studio Loris
    • analizza i cluster di microcalcificazioni
      • se tali cluster si modificano la paziente viene sottoposta a VABB
        • si propone un trattamento chirurgico se e solo se è modificato l’esito della VABB
  • Un’idea per il futuro è affidata alla RADIOMICA nella speranza di ottenere dei software che possano aiutare i senologi ad identificare per tempo delle lesioni biologicamente aggressive

Algoritmo di prevenzione del tumore alla mammella

  • Algoritmo di prevenzione del tumore alla mammella
    • al di sotto dei 40 anni
      • non esistono programmi di screening
      • né raccomandazioni ad effettuare sistematicamente l’ecografia mammaria
      • per queste donne si raccomanda l’autopalpazione
        • in caso di positività porta alla visita clinica
          • seguita da eventuale approfondimento ecografico

Predisposizione genetica

  • Le donne che invece hanno una base eredo-familiare hanno un percorso diagnostico diverso:
    • sono le pazienti da intercettare ed informare dell’esistenza di un programma di screening con eventuale consulenza genetica
    • in fase anamnestica, in un qualunque contesto radiologico non necessariamente senologico, è fondamentale chiedere
      • se c’è una storia familiare con casi in giovane età di:
        • TUMORE AL SENO
        • TUMORE ALL’OVAIO
      • se c’è stato anche un caso di tumore al seno in soggetto di SESSO MASCHILE
    • In caso di anamnesi positiva
      • altamente probabile che si abbia di fronte una paziente con storia eredo-familiare di tumore al seno
        • merita approfondimenti mirati