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Infezione catetere Port-A-Cath (compilicazioni)

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Infezioni Procedure

Sintomi

  • Febbre e brividi al momento dell’uso
  • Ricercare in anamnesi che non ci siano stati stravasi di chemioterapico o mezzo di contrasto
  • Area eritematosa, dolente, edematosa, tesa
  • Ricercare pus sul cerotto della medicazione oppure alla spremitura

La definizione di sepsi correlata al CVC è quella data dall’American Center of Disease Control and Prevention (CDCP):

  • rilevazione colturale simultanea dello stesso germe sul catetere e nel sangue periferico in un paziente che presenta segni clinici d’infezione e nessun’altra potenziale fonte di sepsi se non il catetere

Valutazione ecografica

    • Aree disomogenee ipercogene intorno alla camere } flogosi
      • se esteso ai soli piani superficiali } flemmone
      • se interessa anche i piani profondi } fascite
    • Area di raccolta ipoecogena con componenti iperecogne } ascesso

Gestione terapeutica

  • Cercare di salvare il Port
    1. Tampone immediato con esame colturale e antibioticogramma
    2. Avviare terapia antibiotica per almeno 48h
    3. Valutare il quadro clinico
    4. Solo in casi selezionati si procede alla rimozione del port

  • L’isolamento dalle colture in situ dei patogeni responsabili è sempre il primo passo, seguito dall’antibioticoterapia mirata e da blocco antibiotico del catetere per almeno due giorni
    • Questa condotta terapeutica permette il salvataggio del catetere in una buona percentuale di casi
      • si ha un buon tasso di successo se i germi responsabili sono stafilococchi meticillino-resistenti,
      • alto tasso d’insuccesso sono da ascrivere a quelle infezioni sostenute da S. aureus, Pseudomonas spp e Candida spp.
        • Nei casi d’insuccesso la rimozione dell’impianto deve essere tempestiva
          • in ogni caso deve avvenire prima che compaiano i segni generali dello shock settico
      • nei rari casi d’infezione da Mycobacterium fortuitum o M. chelonae è addirittura indicata l’escissione chirurgica del tunnel infetto

La decisione di rimuovere il Port deve tenere conto dei seguenti fattori:

  1. le condizioni cliniche del paziente
  2. la possibilità di reperire un accesso venoso alternativo
  3. il tipo di germe patogeno coinvolto nell’infezione
    • il grado di virulenza
    • le potenziali capacità nel provocare una sepsi generalizzata
    • la sensibilità agli antibiotici
  4. se la sepsi è complicata
    • da segni d’infezione del tunnell sottocutaneo,
    • da trombosi settica
    • da infezione profonda
  5. il tipo e costo del catetere da rimuovere
    • non tunnellizzato vs impiantabile

I pazienti possono essere divisi in tre gruppi:

  1. infezione evidente al sito superficiale del catetere, con infezione della cute e del sottocutaneo, o con infezione sistemica;
  2. emocolture positive ma senza segni d’infezione al sito cutaneo o con segni e sintomi d’infezione sfumati, che possono essere considerati prodromi di sepsi generalizzata;
  3. pazienti con CVC, con o senza segni locali d’infezione, e segni generali di sepsi, con o senza emocolture positive.

Eziologia

  • Stafilococco epidermidis (Gram+) (il più comune)
  • Stafilococco aureo
    • MSSA
    • MRSA
  • Enterococchi
    • Enterococchi vancomicina resistenti

Prevenzione

L’acquisizione ed il mantenimento di una bassa carica microbica nel sito cutaneo d’accesso del catetere centrale, così da impedirne la migrazione dei germi al catetere stesso, ha fatto moltiplicare gli studi tesi ad evidenziare quale tipo e forma di antisettico avesse la maggiore efficacia: due studi clinici di confronto hanno mostrato la superiorità della clorexidina rispetto all’alcool e al povidone-iodio.

Quest’ultimo è stato confrontato anche con la tintura di iodio che si è mostrato migliore
nell’antisepsi ma ha provocato significativi effetti irritativi locali.

 

 


Bibliografia